Relazione pubblicata in Riv. dir. agr., 1987, I, pp. 433ss.
Una relazione come tante ad un convegno! Ecco, sarebbe un grave errore mettere il carro davanti ai buoi e valutarla così. Il prof. Capizzano, in qualità di relatore nazionale al XIV Congresso e colloquio europeo tenutosi a Salisburgo il 22-26 settembre del 1987 e organizzato da un Ente sovranazionale qual è il CEDR, ha posto all'attenzione della comunità scientifica internazionale presente una questione di grande rilevanza. Per la cattedra camerte - e ciò era noto da tempo così come era nota la scelta del prof. quale prof. ordinario di una materia complementare qual è il Diritto agrario anziché di quella fondamentale dell'onnicomprensivo diritto civile - la funzione intrinseca a questa disciplina è per l'appunto quella protettiva e non produttiva avendo la cattedra posto da tempo all'attenzione degli studiosi quel concetto di produttività sociale nel quale si invera un fenomeno produttivo qual è l'agricoltura. Occorrerebbe al riguardo muovere da lontano e cioè dalla voce Vita e integrità fisica (diritto alla) redatta ex novo per il Novissimo Dig. it. nel lontano 1972 e poi aggiornata per l'Appendice al Noviss. Dig, nel 1986 per cogliere la nuova prospettiva di un diritto di tutti a condizioni di vita - anche sul piano ambientale - capaci di consentire il diritto non solo alla sopravvivenza ma anche ad una qualità della vita idonea a quello sviluppo, ed integrare tale prospettiva col ruolo tradizionalmente svolto da quella che ora chiamasi agricoltura biologica e per scoprire i genni di una dottrina che fa delle regole scientifiche e cioè del loro rispetto da parte del diritto il fondamento della scientificità della stessa disciplina giuridica. Si delinea un rapporto fra economia e diritto che il prof. Capizzano riprenderà a Beja in Portogallo in occasione della inaugurazione di un Corso intitolato appunto al diritto e all'economia sottolineandosi il valore dell'agricoltura come attività anche protettiva delle risorse naturali. Sarà appunto la dottrina di Capograssi e il suo impossessamento da parte del gruppo di studio camerte (docenti e studenti) a confermare la fondatezza di una tale intuizione. E, così ad aprire le porte ad una non più ventilata ipotesi di lavoro ma ad una affermazione fondata su un dover essere di una nuova disciplina e ciò nel corso del "Congreso internacionale iberoamericano de derecho agrario " tenutosi in Spagna a Saragozza il 28settembre-l ottobre 1992. E ciò determinò anche nell'evoluzione del concetto di agricoltura la possibilità di parlare tout court di un'agricoltura dell'ambiente estensibile all'attività zootecnica considerata tradizonalmente ma erroneamente come separa dall'agricoltura in senso proprio. L'attività zootecnica non sfugge quindi anc'essa a quella riflessione scientifica sui rapporti fra diritto agrario come diritto positivo e scienza del diritto agrario, laddove appunto c'è un problema di dover essere degli stessi allevamenti zootecnici strettamente legato alla coltivazione biologica: sicché sarebbe un errore anche metodologico dissolvere nell'effimero del dato di diritto positivo il problema di un sistema giuridico in qualunque disciplina adeguato ai risultati di una scienza giuridica fondata sulla scientificità in particolare nel campo del diritto agrario dov e le regole scientifiche del fenomeno agricoltura sono iscritte in natura.
Trattasi della relazione sulla direttiva 85/374 con riferimento alla responsabilità del produttore agricolo al Convegno di Cagliari del 19/21-4-89, pubblicata anche in Quaderni giuridici dell'impresa, fasc.2/89 (estratto).
Relazione pubblicata in Riv. dir. agr., 1992, Parte I, pp. 25-55 dell'estratto.
Trattasi della relazione al Congreso internacional de derecho agrario di Oviedo (27-28 settembre 1991). Su tale tematica la Cattedra camerte ha sempre puntato la propria attenzione scientifica per lo stretto legame fra agricoltura e territorio sin dai lontani anni considerandola di stretta pertinenza della disciplina del diritto agrario per almeno tre ragioni: a) per la storia italiana delle regionalizzazioni di cui la terza legata, nella nostra periodizzazione, al dpr 616/77 e alle leggi 183/87 e 86 del 1989 ) si è andata negli ultimi anni ad innescare nel più ampio problema italiano del federalismo e della riforma del titolo V della Costituzione che la cattedra camerte ha affrontato nel suo ultimo anno di splendore il 15 ottobre del 2001 quando venne chiamato ad aprire un dibattito con gli studenti l'allora Ministro per le politiche regionali sul significativo problema ancor oggi attuale de "Le Regioni nella riforma federale dello Staato"; b) e anche perché il diritto agrario è soprattutto esperienza storica ( v. per un'accurata lettura storico-giuridica il Manuale) che si lega a vicende storielle lontane (come le lotte contadine con l'occupazione delle terre incolte e i decreti Gullo del 44 o più a ritroso ancora nel tempo con i "patti agrari di Corleone "del 1893 ) e a più recenti vicende come l'esperienza della c.d legge quadrifoglio n.984 del 1997 col tentativo di un raccordo fra programmazione nazionale e regionale o quella della trasformazione della mezzadria in affitto con cui sì attuò la riforma più organica mai tentata dei contratti agrari pur nella grande conflittualità fra mezzadri e concedenti che si colorò politicamente ed ebbe risvolti anche penalisti; essa, com i suoi aspetti "procedimentali" creò anche un interessante dibattito sugli aspetti tecnici della sentenza; e) e soprattutto perché l'esperienza storica, anche dei contratti agrari, mostra quelle temibili e temute interruzioni delle cc.dd. permanenze capograssiane (ì valori legati alla terra e da conservare (v. il Saggio del prof. Capizzano sulla figura di Giuseppe Capograssi) laddove la speculazione sommata alla violenza e allo sfruttamento dell'uomo (non è studente che abbia seguito i Corsi Jean Monnet che non ricordi la storia del gabellotto siciliano) e della terra con lo sfruttamneto irrazionale e non razionale del suolo - di cui all'art 44 della Costituzione,termine odioso per Capograssi - facendola soffrire (come diceva il Capograssi) l'ha spesso talmente impoverita da far diventare lo stesso territorio una risorsa finita. E, mentre essa agricoltura, come recita il Parere CES è invece vita.
Università degli Studi di Padova, 24-25 novembre 1995. Relazione del prof. Capizzano.
La delegazione(il prof. Capizzano con gli assistenti Dr. Stefania Spoletini e Dr Petrelli, Rosalba Tucci e Luca Zampetti assieme agli studenti capeggiati dal solito Carlo Cardarelli che è Presidente della neonata "Asssociazione studentesca Jean Monnet") in pulman si muove alla volta di Padova nella cui Università si svolgerà il Convegno di cui sopra. Alle 8,05 il prof. Capizzano spiega agli studenti la filosofìa dei "viaggi di istruzione scientifica" e spiega il significato del titolo dell'incontro di studio. Il clima è ovviamente studentesco e gioioso con le interviste di Carlo agli altri studenti. Ma, a Padova l'attenzione verso i lavori è veramente encomiabile. Pasti frugali, un panino e nel primo pomeriggio si torna al lavoro.