IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL CORSO DI LAUREA IN GIURISPRUDENZA
Ezio Capizzano
"L'intitolazione del Corso e delle V Giornate Camerti di Diritto agrario comunitario al nome di Jean Monnet".
Pubblicato in: Bibliomania, http://guide.supereva.it/bibliofilia/interventi/2006/01/239899.shtml.
Nel Dizionario dei personaggi storici edito da Zanichelli nel 1965 sotto la voce Monnet Jean si legge quanto segue: "Uomo politico francese. Industriale ed esperto finanziario, dopo essere stato primo vice-segretario della Società delle nazioni, nel 1939-40 diresse il comitato di coordinamento bellico anglo-francese. Nel 1945 propose, curandone poi l'attuazione, il piano M. quinquennale per la ricostruzione delPeconomia francese. Fu l'ideatore della Comunità europea del carbone e dell'acciaio, della quale resse poi per tre anni la presidenza (1952-1955); dimessosi, ebbe una notevole parte nel-l'elaborazione dei Trattati delFEuratom e del mercato comune europeo". Ed il nome di Jean Monnet è cosi entrato a pieno titolo nelle trattazioni dei comunitaristi quale fondatore e ideatore della Comunità alla cui costruzione dedicò l'intensa opera di tutta la sua vita. E basterebbe leggere le pagine evocanti la sua opera di Pennacchini (Lineamenti storici dell'Europa comunitaria. Il sorgere dell'Europa comunitaria, in Pennacchini-Monaco-Ferrari Bravo-Puglisi, Manuale di diritto comunitario, vol. I, Torino, 1983, p. 16 s.) o scorrere in apertura il Suo nome nella più recente opera di Paolo Mengozzi (Il diritto della Comunità europea, in Tratt. di dir. comm. e di dir. dell'econ., diretto da F. Galgano, voil. XV, p. 1; e v. anche T. Ballarino che ricorda nei suoi Lineamenti di diritto comunitario (Padova, II ed., 1987, p. 3) l'influenza delle idee di Monnet sull'azione di Robert Shuman). Ma le citazioni potrebbero continuare ricominciando dal rilievo che attribuisce alla figura di Jean Monnet il Costato, nei suoi risalenti Profili di Diritto comunitario, (I, parte generale, Ferrara, 1981, p. 8 ss.) per finire al significativo richiamo di Roberto Fanfanì (nel suo recente volume su Lo sviluppo della politica agricola comunitaria, Roma, 1990) nel primo paragrafo dell'Introduzione intitolato alla Genesi e sviluppo storico delle Comunità. E così, è annoverato da Sabino Cassese significativamente in apertura del primo numero della nuova Rivista italiana di diritto pubblico comunitario (fase. 1, 1991, p. 4) fra i "padri fondatori delle Comunità europee".
Ma perché l'intitolazione di un Corso universitario a Jean Monnet?
Nel nostro Manuale (Agricoltura, diritto agrario, società, vol. I, Padova, 1991, p. 31) per la ricerca e l'insegnamento del Diritto agrario si indica Monnet quale uno dei principali protagonisti della storia d'Europa e nell'istituzione delle Cattedre
europee che l'azione comunitaria - di cui si è detto sopra - intitola al Suo nome, un veicolo di europeizzazione degli insegnamenti al massimo livello dell'istruzione, quella universitaria. La diffusa consapevolezza che quello della ' 'europeizzazione' ' è un processo ormai irrinunciabile del nuovo "ordinamento europeo'' degli studi universitari, è testimoniata dalle numerose istituzioni culturali, diffuse in tutto il mondo, che si ispirano al pensiero di Monnet (Dalla Fondation Jean Monnet pour l'Europe all' American Councilfor Jean Monnet Studies di Washington. Ampia documentazione sulle opere e bibliografia su Jean Monnet è custodita presso il Centre de recherches européennes di Lausanne e presso il predetto Council che ha pubblicato recentemente, 1991, l'opera Jean Monnet: The Path to European Unity con Introduzione di George W. Bali oltre ad altre numerose pubblicazioni) e dal numero sempre crescente di studiosi che si raccolgono attorno al suo nome attraverso PECSA Europe (Association pour l'Etude des Communautès Européennes: v. il Who's Who, in European Integration Studies dans les Etudes sur l'Integration Europeéenne, Baden-Baden, 1991, che contiene un profilo biobibliografico degli studiosi che ne fanno parte) e le sue Associazioni affiliate di cui quella italiana,
Esse sono: l'AEI-Arbeitskrels Europeische Integration di Bonn; l'Association belge d'é-tude des Communautès européennes dell'Université Catholique de Louvain; la EMEEI-Association universitaire hellénique d'études européennes di Atene; la DSEF – Dansk Selskab for Europaforskning Handelshojskolerinstitut for Markedsret di Copenahagen; la I.A.E.S. - Irish Association for European Studies di Dublino; la U.A.C.E.S. - Uni-versity Association for Contemporary European Studies di Londra; la I.S.E.I. - Interdi-sciplinaire Studiegroep di Ben Haag; la AUDESCO-Associaciòn des estudios comunitarios di Madrid; la C.E.D.E.C.E. - Commision pour l'elude des Communautés eupéennes di Parigi: il Grupo Interuniversitario de estudos Europeos di Lisbona.PAUSE (Associazione universitaria di studi europei), presieduta dal prof. Antonio Papisca dell'Università di Padova, è molto attiva. Proprio in occasione del recente incontro del 19 giugno da essa promossa, nella sede romana dell'Ufficio delle Comunità europee, alla presenza di autorevoli esponenti del mondo universitario (presenti i rappresentanti del Ministero della ricerca scientifica e dell'Università nonché della Conferenza permanente dei Rettori delle Università italiane) e della stessa Comunità fra cui M.me Jacqueline Lastenouse, prodigiosa animatrice e responsabile dell'Action Jean Monnet, è stato fatto il punto e si sono gettate le basi per un rinnovato impegno in direzione dell'europeizzazione degli insegnamenti universitari. Ma quale, quindi, la metodologia e gli strumenti della "nuova didattica"? A questi interrogativi, con specifico riferimento al Diritto agrario, intende dare il suo contributo il prossimo meeting sul diritto agrario comunitario, le V Giornate camerti, programmate in coincidenza con l'inaugurazione ufficiale del Corso e aventi per primo tema, appunto, "La didattica del diritto agrario nel contesto dell'integrazione europea". Ad esso pertanto si fa rinvio. Non si può però sottacere la motivazione di fondo della duplice intitolazione a Jean Monnet del Corso e delle Giornate. E' la medesima di quella che Emille Noci, a nome dell'Istituto universitario europeo di Firenze, pronuncia nell'Introduzione al volume (AA. W., Jean Monnet et l'Europe d'aujourd'hui, a cura dello stesso Noel e di Giandomenico Majone, Baden-Baden, 1989, p. 9) che raccoglie gli Atti del Colloquio internazionale dell'ottobre del 1988 promossso per commemorare il centesimo anniversario della nascita di Jean Monnet: "... de contribuer a la mise en valeur et au dévellopement du patrimoine intellectuel et scientific européen ...".
Il mondo universitario attraverso la ricerca e l'insegnamento a livelli superiori può ben contribuire ad assolvere questo compito. E il Cosiglio europeo, quindi tutti i Capi di Stato e di Governo dei paesi della Comunità europea, ha non senza significato proclamato, in coincidenza di quella data, il 1988 "Anno europeo Jean Monnet". In quello stesso anno il Governo francese accoglieva nel Pantheon le ceneri del nostro (1888-1979). L'ultimo dei più stretti collaboratori di Jean Monnet, Pascal Fontaine, in quello stesso anno, dedica al padre fondatore dell'Europa comunitaria, un ricco volume biografico edito in più lingue e inserito nelle pubblicazioni uficiali delle Comunità europee avente per titolo: Jean Monnet, un grande progetto per l'Europa. Ed ormai una vasta letteratura esiste sul pensiero del nostro Monnet (v. per alcuni riferimenti bibliografici alla fine del voi. supra cit. di Fontaine).
Nel contesto attuale, che, per quanto concerne l'agricoltura, si caratterizza per una concezione dell'integrazione di carattere non soltanto puramente economico ma sociale e comunque attenta a rivalutare gli interessi a rilevanza generale (dall'ambiente e tutela dell' "espace naturel", a quelli a tutela del "mondo rurale" nella funzione di salvaguardia dei primi e quindi in posizione strumentale agli stessi), il funzionalismo di Jean Monnet è di grande attualità. E ciò perché nel pensiero di Monnet l'approccio funzionalista è una metodologia e l'unica in grado strategicamente, allora come oggi, di realizzare quella piena integrazione di cui quella economica è soltanto un aspetto del complessivo processo integrazionista.