Didattica e ordine morale

Era già in me l'idea di dare luogo alla pubblicazione dei cosiddetti "fondi" apparsi sul quotidiano "Italia Oggi" dal settembre 1998 al gennaio. Mi sono reso conto che tali editoriali - accompagnando gli ultimi anni della mia maturità accademica - erano anche testimonianza di un modo di fare didattica che si coniugava col dibattito con gli studenti prima o dopo la stesura degli stessi. Anch'essi, quindi, parte importante di una didattica innovativa.

"Prima dell'ordine pubblico internazionale c'è un ordine morale".

Questa frase rispecchiava il dibattito di una delle "Giornate camerti" (cfr. il vol. VII che raccoglie gli Atti di quella Giornta dal titolo "II modello comunitario del diritto agrario di fronte ai nuovi problemi dell'ordine internazionale", Camerino-Università, 1993-1994), quando ritenevamo in quegli anni, noi docenti e studenti del "Corso Jean Monnet" - sulla base dell'insegnamento appunto di Jean Monnet - che l'avvio di nuovi rapporti tra i popoli dell'area medio-orientale avrebbe potuto avere inizio facendo convergere - e quindi iniziando da questi - i loro interessi economici (come era accaduto, grazie alle iniziative di Monnet, all'indomani del secondo conflitto mondiale, tra i popoli europei non meno tragicamente dilaniati da quella tragica esperienza di guerra) attraverso la costituzione di una "Comunità economica mediorientale e dei Paesi dell'Africa del Nord". Ce ne facemmo promotori anche grazie alla collaborazione di uno studente palestinese ma cittadino israeliano (Anwar Zahalka, ora avvocato in Israele) che seguiva il "Corso" e che tradusse in arabo i nostri documenti portati a conoscenza delle autorità dei paesi in conflitto e pubblicati sul nostro organo di informazione (L'Europa dell'Unione: doc. 14), un giornalino diciamo così, dal titolo "L'Europa dell'Unione.

Il richiamo "forte" ad un ordine morale fu poi - negli anni recenti e lungo una linea di continuità che negava legittimazione alla soluzione dei problemi affidata alle armi - della cui produzione e commercio si chiedeva il bando (cfr. pag. XXX del vol. cit. il messaggio forte "Fucilate Clinton" contro il mercato delle armi comprese le mine anti-uomo) - ripreso dal "fondo" intitolato "Ordine pubblico e ordine morale" (Italia Oggi del 28.2.2001). Anche questo modo di intervenire (noi così piccoli) sui grandi problemi del mondo era esemplare comunque di un approccio ai problemi (non solo, quindi, di quelli tecnico-giuridici di cui si dirà) che nasceva da una didattica matura e oserei dire spregiudicata che osava intervenire sulle linee "politiche" più diverse interloquendo con le istituzioni ad ogni livello e che tentava di incidere sulla società civile. Una didattica non inchiodata nelle quattro mura dell'Università ma che sviluppava un discorso culturale generale anche e soprattutto di "politica del diritto". Un "Corso" che si autodefiniva soggetto attivo che pensa e agisce". Ecco perché la costante presenza del pensiero della Cattedra sulla stampa nazionale, a mezzo del suo titolare, attraverso i predetti "fondi", anch'essi frutto di una formazione culturale dell'Autore che negli anni della vita accademica si è confrontato costantemente, attraverso una didattica interdisciplinare e innovativa, con quella degli studenti, sono spesso richiamati in parallelo con le attività ufficiali della stessa Cattedra. Si chiede, così, comprensione se la loro illustrazione rimanda spesso, evocandola, a tale complessiva esperienza didattica che ufficialmente comprendeva gli insegnamenti del diritto agrario e comunitario e del diritto commerciale.

L'interdisciplinarietà predetta aveva inoltre la particolare caratteristica di essere affrontata nella prospettiva dell'europeizzazione di tutti gli altri insegnamenti ufficialmente impartiti dai colleghi (furono ideate e finalizzate a tale obiettivo in particolare le "Settimane full-time della didattica europeistica", una sorta di missione universitaria assuntasi dal principale protagonista, titolare della "Cattedra europea Jean Monnet" sin dal 1991 (quando la candidatura del prof. Ezio Capizzano, vagliata dal "Consiglio universitario europeo per l'Azione Jean Monnet" aveva ricevuto l'imprimatur del "succesfull" da parte della Commissione delle comunità europee) e sotto la cui egida si svolgeva la complessiva attività didattica. Per altre notizie sull' "Action Jean Monnet" si fa rinvio al volumetto "Corso Jean Monnet di Diritto agrario comunitario" e "Invito alla V Giornate camerti di Diritto agrario comunitario" edito dall'Università di Camerino nel dic. del 1991 ove scritti di I. Buti, allora Preside della Facoltà di Giurisprudenza e di M. Giannella, all'epoca Rettore della stessa. Ivi, a pag. 9 ss., anche un breve tratteggio, a cura del prof. Capizzano, della figura di Monnet; ma più ampiamente v. ancora Capizzano, "Profili istituzionali e principi generali del diritto comunitario dell'Unione europea e del suo sistema giurisdizionale", Camerino, 1999, pagg. 1-14. Merita ricordare che l'attribuzione della Cattedra europea al prof. Capizzano costituiva un riconoscimento per l'europeizzazione dell'insegnamento del Diritto agrario avviata sin dal 1987 ( "Prime giornate camerti di Diritto agrario comunitario" giunte alla quinta edizione nel 1991) sì che si può dire che l'Action Jean Monnet della Commissione comunitaria - avviata nel 1989 - era stata da noi preceduta di alcuni anni. L'Università di Camerino poteva vantare, grazie a dette "Giornate", l'avvio di un processo di europeizzazione dei propri insegnamenti anzitempo e una tradizione ormai consolidata della comunitarizzazione, in specie del Diritto agrario, dovuta alle predette Giornate, incontri di studio a livello internazionale che avevano già allora toccato temi fondamentali per la ulteriore riflessione scientifica non solo agraristica. E basterebbe pensare solo alle Terze Giornate (1989-1990) intitolate alla "Tutela ambientale e centralità dell'agricoltura" dove si anticipava una disciplina dell'agricoltura biologica che da lì a qualche anno sarebbe stata introdotta da un regolamento comunitario. Ma quelle terze "Giornate" vanno anche ricordate per la sinergia tra una visione ambientalista del nostro insegnamento, che si proponeva per la prima volta all'attenzione degli studiosi, e la filosofia di Giuseppe Capograssi (1889-1956) che aveva anticipato, già dagli anni '50, con uno scritto sull'agricoltura, quella concezione sulla "comunione" tra le vite dell'uomo e dell'umanità intera con la "vita della terra che ha i suoi diritti e che reclama di non soffrire per l'opera di sfruttamento dissennato da parte dell'uomo 'non intelligente' delle sue risorse biologiche" (v.lo anche richiamato il pensiero di Capograssi nella Introduzione al nostro volume) "Agricoltura, Diritto agrario Società, Manuale per la ricerca e l'insegnamento", voi. 1, Cedam, 1991, p. 11 ss.). Qui viene ricordata quella filosofia - ma v. la presentazione delle III Giornate nel nostro saggio su Capograssi dal titolo "Fra paure e speranze" (doc. 17), Università di Camerino -Facoltà di Giurisprudenza, nei relativi Atti, pp. IX-LIX - perché essa nella sua carica di profonda eticità ha segnato la nostra formazione e quella di tutti gli ex corsisti Jean Monnet che sono migliaia disseminati per l'Italia a ricoprire nella società il loro ruolo - di professionisti e di uomini - forti di una formazione non solo tecnica ma che nasceva da una Università la cui funzione, secondo Capograssi (cfr. nei detti Atti a pag. LIX), era proprio quella di "rendere capaci i giovani, sottoponendoli a tutta un'etica della difficoltà e dello sforzo, dando loro esperienza della fatica che costa la scienza, di sentire la propria responsabilità verso la vita e la storia". Di questa missione capograssiana dell'Università furono interpreti, coniugando lo sporzo dei docenti a quello degli studenti (e ne sono prova le molteplici attività didattiche svolte anche col loro concorso, perché non andasse, sotto l'inesorabile incalzare del tempo, perduto un insegnamento che era anche per la vita. Gli ex jeanmonettisti sono pronti, basta una chiamata, a manifestare la loro fede nei valori che il nostro insegnamento aveva ravvivato nelle loro coscienze.